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Eccoci a Codogno, al memoriale per le vittime del covid, inaugurato oggi davanti alla sede della Croce Rossa. Ricordo esattamente un anno fa, l’ultima sera “in uscita” all’Old Wild West di S. Martino Siccomario per una frugale cena dopo un allenamento in palestra con un caro amico: attorno a noi il deserto totale. Tutti già in preda al panico, nella prima vera situazione da coprifuoco. Il televisore acceso, l’arrivo di quella notizia del “paziente 1”, Mattia Feltri, ricoverato all’Ospedale di Codogno, che solo dopo mesi si scoprirà non essere il primo. E con la coppia di cinesi ricoverata all’ospedale Spallanzani di Roma. La paura di contrarre il virus. Le prime comunicazioni da Regione e Governo: si chiude tutto. Ecco, da quel 21 Febbraio il mondo è cambiato, le nostre vite sono cambiate. Il primo lockdown ci ha incattiviti, il secondo ci ha reso ancora più fragili e indisponenti verso il prossimo, sia nella vita reale che virtuale. E oggi siamo tutti in balia di quegli indici, come gli RT, che ci fanno stare su un’altalena dei colori, che una settimana ci portano in rosso, poi arancione, poi in giallo..Tutti a domandarsi che ne sarà del nostro destino, di quello dei nostri figli..tutti a domandarsi sino a quando andrà avanti questa pandemia, se arrivano o non arrivano questi vaccini, se è bene farseli inoculare o no, dopo aver sentito tutto e il contrario di tutto da virologi, pseudovirologi, esperti di ogni sapere sulla faccia della Terra. A nessuno sfuggono tutti gli errori commessi da Governo, Regioni, ovvero da chi doveva preservare la nostra salute, tanto da fare oltre 95.000 vittime sul campo ad oggi, di cui 326 camici bianchi. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella nel messaggio inviato in occasione della celebrazione alla Federazione nazionale degli Ordini dei medici ha rivolto “a nome di tutti gli italiani, un saluto riconoscente a tutto il personale sanitario”, oltre che la “commossa vicinanza ai familiari dei caduti per la salvaguardia della salute di tutti”. E ha sottolineato che “il sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività”. Ecco il nostro futuro: investire tutto il possibile sul sistema sanitario, per tutelare le nostre vite. Anche in ricordo di chi purtroppo, anche tra i nostri amici e parenti, ora ci guarda da lassù. Altrochè “andrà tutto bene”: qui non è andato bene per niente. Smettiamola con questi finti slogan e rimbocchiamoci le maniche, perché il nostro futuro, ora, dipende dai noi, dai nostri comportamenti corretti e consapevoli in attesa di avere quella benedetta “immunità di gregge” con i vaccini. Non è finita, ma ora siamo a buon punto. Bisogna però crederci tutti, a parte i no-vax. Ma quelli sono razza a sé..e non meritano neppure la nostra benchè minima considerazione..
