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ASTRAZENECA E QUEI TROPPI DUBBI: ORA SI VUOLE VIETARE AGLI UNDER 50

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Stiamo per assistere all’ennesimo colpo di scena sul vaccino Astrazeneca, come se non bastassero tutti gli errori commessi dal Ministero della Salute (e quindi dal governo italiano) in questi mesi. Le decisioni altalenanti da parte delle agenzie internazionali del farmaco hanno poi fatto il resto, errori su errori, dalle somministrazioni alla comunicazione.

Il caso della 18enne colpita da trombosi ed ora ricoverata in gravi condizioni a Genova (prendeva altri farmaci e le è stato somministrato comunque Astrazeneca) la dice lunga sul pressapochismo che a volte regna nel mondo della sanità. E questi Vax Day dedicati ai giovani in Italia per incentivare le vaccinazioni, se da un lato hanno dato un forte impulso dall’altro hanno tolto anche quella cautela che in certi casi dovrebbe essere prioritaria: perché quando i rischi superano i benefici allora c’è qualcosa che non quadra. E poi per forza si lascia campo libero ai no vax e anche i comuni cittadini appaiono sempre più disorientati.

Ora la nuova ipotesi è di non somministrare le dosi sotto i 50 anni perché la quasi totalità dei rarissimi casi di trombosi associata a carenza di piastrine, eventi culminati anche con la morte in seguito a emorragie cerebrali, hanno colpito nel mondo persone giovani, soprattutto donne. Non è escluso che si possa scendere anche ai 30 o 40 anni, età in cui il rapporto tra il rischio di effetti gravi e beneficio di non ammalarsi di Covid sono a favore del primo.

“Il vaccino AstraZeneca è raccomandabile per le persone con più di 60 anni”: così Guido Rasi, intervenuto a Sky TG24. L’ex direttore esecutivo dell’Ema ha commentato gli Open Day con il vaccino anglo-svedese per i giovani, per i quali il Comitato tecnico-scientifico sta valutando un cambiamento di strategia in considerazione del bilancio rischi-benefici. Lo stesso Rasi ha poi confermato che “bisogna evitare rischi e seguire quanto detto dall’Aifa. Queste fughe in avanti delle autorità locali sono sempre poco opportune perché poi si è visto, ma si sapeva già, che l’Ema aveva detto molto chiaramente in quali situazioni il beneficio supera il rischio”.

Oggi Astrazeneca è “raccomandato” sopra i 60 anni ma le indicazioni che stanno per arrivare dopo la riunione del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) con il Ministro della Salute Roberto Speranza e il capo di Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) Nicola Magrini stanno per portare ad un nuovo cambio di fronte.

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Giuseppe Remuzzi, direttore scientifico dell’istituto Mario Negri, ricorda l’incidenza degli eventi di trombosi pubblicati sulla rivista specializzata Science, riferiti al Regno Unito: tra 20 e 29 anni il rischio era di 1,1 ogni 100mila, il rischio di avere una forma grave di Covid oscilla tra 0,8 e 6,9: “Ecco perché l’agenzia europea dei farmaci ha scelto di non sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età. Negli hub non lo proporrei a donne sotto i 40 anni”. Come al solito ci troviamo di fronte ad un bivio, di cui avremmo tutti fatto volentieri a meno, specie nel momento in cui il piano vaccinazioni sta mettendo il turbo. Ma ora che è finita l’emergenza c’era davvero bisogno di questi vaccini Astrazeneca per i giovani, con tanto di Vax Day? Se i vaccini a mRna messaggero (Pfizer-Biontech e Moderna) hanno creato meno problemi agli italiani e già per il terzo richiamo (anche a chi è stato inoculato Astrazeneca e Janssen) nel prossimo autunno/inverno già si pensa di inoculare Pfizer (tra l’altro il più diffuso nel nostro Paese) un motivo ci sarà… Capiamo la necessità di non lasciare scorte di Astrazeneca (ora che anche il contratto europeo scadrà il 30 Giugno e non verrà più rinnovato) ma qui non siamo di fronte ad un alimento in scadenza che viene messo sul mercato con forte sconto pur di non farlo scadere…qui siamo di fronte alla vita dei cittadini. E un ragionamento “tanto al chilo” non è permesso. Oggi le alternative ad Astrazeneca ci sono: USIAMOLE!

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